Cacciatore - The Hunter (2018–…): Season 2, Episode 2 - Resistere - full transcript

For the first time in his life, Saverio is managing to balance his job as a prosecutor and his personal life. Giovanni, instead, is on the run and wants to put an end to all his problems.

- Enough, dad! - Where the fuck are you, Enzo?

- Help! - Shut him up!

Calm.

Lucidity.

[muffled voices]

Don't panic.

[David cries]

- Where's Enzo? - He doesn't answer.

Wait wait!

[in Sicilian] Come on!

[indistinct voices]



Don't let the frenzy corrupt the man you have become ...

the balance you built day after day.

Basically, resist.

Resist and start over.

Holy God! Do they send a helicopter for villa thefts?

Let's talk about Giovanni Brusca, the most wanted fugitive in Italy.

Should we put a sign saying "we are here"?

No, no, non sto dicendo questo.

Sì... Sì, certo. Sì.

Sono calmissimo. Che cosa?

Vaffanculo!

Furti in villa, eh? Furti in villa! Ma santo Dio!

Fa incazzare, ma non ci pensare.

Noi non potevamo sapere di quel tunnel.



Probabilmente, elicottero o no, ci sarebbe scappato lo stesso.

Col cazzo, Andrea! Non gli avremmo dato il tempo.

Non sarebbe scappato così.

Non ha lasciato niente.

Se c'era un indizio per arrivare al bambino, ora non c'è più.

Carlo, ha ragione lui. Non serve pensare a questo.

Non gli siamo mai stati così vicini. Mai. Devi pensare a questo.

Gli siamo entrati in casa. Una casa nuova di zecca e poi quel tunnel.

Non li tiri su dall'oggi al domani. Servono progetti, mezzi, materiali.

Qualcuno ha fatto quel buco e da quel qualcuno ripartiamo.

Lavori interrati, rivestimenti, ristrutturazione di casali...

Privati o pubblico?

Per ora privati, ma sono pronto a sfruttare ogni opportunità.

Il Royal Club è un'associazione di imprenditori e professionisti

basata sulla filosofia dello scambio.

Noi diamo opportunità a chi è in grado di offrirne.

Marra, digli come ho rimesso su la cascina di tuo padre.

Giuseppe, sa che cos'è un'elica trasversale?

Nemmeno io.

Me l'hanno spiegato più volte, ma non mi è entrato in testa.

Però so che cos'è un capitale sociale, un C.d.A...

[vibrazione di cellulare]

- Ha capito che intendo? - Certo, parla di società.

Io dico sempre: "Non c'è socio migliore di te stesso, perché..."

"Non c'è socio migliore di te stesso, perché..."

- Risponda pure. - No.

Lui vuole dire che nell'edilizia è fondamentale l'aspetto tecnico.

Giuse', lo fanno apposta a metterti in difficoltà.

Non è andata male, stammi a sentire.

[in siciliano] Non me ne frega un cazzo di quello che pensi tu.

Se vuoi che risolva i tuoi cazzi al cantiere, devi farmi entrare.

E' chiaro?

"Non esiste socio migliore di te stesso"

"perché il socio migliore è quello che non ti abbandona mai."

"Perché il socio migliore è quello che non ti abbandona mai."

"Perché il socio migliore..." [vibrazione di cellulare]

- Giovanni. - Dove sei finito? Dove cazzo siete tutti?

- Ho lasciato il telefono in auto. - Quando chiamo, devi rispondere!

Scusami, non succederà più.

La casa di Borgo Molara è bruciata. Stavano per fregarci.

Trova Enzo, non mi risponde. Trovalo e chiamami!

Cazzo!

Se vuoi possiamo provare, ma è un modello vecchio.

Non si trova.

Vabbè, tanto mi ero affezionata allo straccio.

Bevi qualcosa?

Ah... Sì, sì.

[musica rock dallo stereo]

♪ Tu vuoi quello che non c'è. ♪

♪ Stelle che brillano di giorno... ♪

- Allora? - Non è male.

- Tutto qua? - No, è bella.

Non è proprio la musica che ascolto io, però...

Perché, che cosa ascolti?

Che ne so! Diciamo un po' di tutto.

Avrai dei gusti, no?

- Mi piace la musica normale. - Normale? Cioè?

Quando un pezzo mi entra in testa vuol dire che mi piace.

Vicino, sei strano forte.

Guarda che è bello essere strani.

Io odio quelli che vivono troppo... troppo inquadrati nel loro schema.

Comunque, io non ne capisco niente, ma tu sei brava.

- Sei proprio brava. - Vabbè, lasciamo perdere.

Giovedì suoniamo all'ex fabbrica. Dillo in giro.

Se riempiamo la sala, ci danno altre date.

Dove suonate?

- Al centro sociale. - Ah.

Minchia! Tu sei proprio su un altro pianeta.

Dammi il braccio, dài.

Così non hai scuse.

[suonano il campanello]

- [bussano alla porta ] Enzo!

Mi sa che è il tuo.

Enzo! Scusa.

- Oh! Finiscila! - Che fai lì dentro?

- I cazzi miei, Tedesco. - Muoviti.

- Che vuoi? - Muoviti, apri.

Gli sbirri sono entrati a Borgo Molara.

- Ma che dici? - Sì.

Dov'è Giovanni?

Al sicuro. Prendi le tue cose e vieni con me.

Perché?

Come perché? Perché siamo nella merda!

Io non vengo. Puoi dirgli che anch'io sono in un posto sicuro.

Non vieni? Sai che c'è?

[compone un numero]

Diglielo tu.

Tedesco.

- Giovanni. - Enzo.

- Mi hai fatto preoccupare. - Che minchia succede?

Se non stiamo attenti finisce male.

- Davide e Rosaria? - Stanno bene.

- Giambascio? - Lo chiedi a me? Non lo so.

- Vado a controllare. - Non fare minchiate.

Dobbiamo sapere che succede lassù.

Non è il momento di giocare a chi ce l'ha più duro.

Lascia stare il cagnuleddu e torna da me.

Ti manco, Giova'?

Fatti un giro dal bambino, mi trovi là.

Tutto a posto, Giovanni?

Benvenuto, Giovanni. Le nostre signore aspettano sopra.

Prego.

Giovanni, fai come se fossi a casa tua.

- Buonasera. - Buonasera.

Anche oggi scrivania fai da te. Salve.

Oggi mi hanno perso tre viti.

Per le nuove serve richiesta scritta o posso cercare un ferramenta?

- Questa storia non finirà mai. - Francesca, non dipende da me.

- Lo sai, io non posso farci nulla. - Lo so.

Pago per sempre il peccato mortale di averti denunciato.

No, paghi perché ti sei sbagliata.

- Tutto qui. - Quanto ti piace dirlo.

- La mia scrivania non sta in piedi. - [squilli di cellulare]

Tempo scaduto, decido io. Cerco un ferramenta.

Ehi, pronto?

Che succede? Stai calmo.

- Ciao, Sisca. - Ufficialmente sono dal ferramenta

e non mi va di spiegare perché puzzo di fumo.

Ieri sera sono stato al saggio di mia figlia.

Le piace ballare, come a sua madre.

Quando mi hai arrestato non sapeva neanche camminare.

Nicola, mi chiami con quella voce e mi parli della recita?

Si sono spente le luci

e tutte le facce attorno a me sono diventate dei killer

che erano lì per ammazzarmi davanti a tutti, davanti a mia figlia!

Un'altra crisi di panico, Sisca!

Devo uscire da questa merda, devi aiutarmi!

No.

Ti ci sei messo da solo, quando hai scelto di fare il mafioso

e quando sei diventato informatore del ROS.

Vuoi che ti aiuti? Basta storie strappalacrime e portami una prova.

Guarda qui.

Il rifugio di Serradifalco, dove ho incontrato Bernardo Provenzano.

Tenente Ugo Carnacina del ROS.

Se non ci credi fai le tue ricerche. Leggi la data.

Due gennaio 1996?

Dieci giorni dopo avergli detto che Provenzano si nascondeva lì.

I ROS potevano prenderlo e sarebbe stato tutto finito.

Invece non sono voluti entrare.

Che dici? Sono stato bravo?

Adesso tocca a te.

Parla con chi vuoi, apri un'indagine ufficiale

e fammi avere la protezione.

Tu stai tranquillo.

Carlo, sei qui?

Ci siamo fatti tutta la Procura. Diglielo.

L'intuizione del tunnel potrebbe essere giusta.

Digli l'altra cosa.

Lamiera mista a calcestruzzo fibrorinforzato.

Che cos'è?

Le pareti del tunnel sono rivestite con quella roba.

In Sicilia solo una ditta la produce in provincia di Ragusa.

Ricorderanno chi ne ha ordinati due chilometri.

Toglietevi i sorrisi dalla faccia, è roba vecchia di due anni.

Lo so, ma è qualcosa. Non daremo a Brusca il tempo di riorganizzarsi.

- Lo prendiamo prima. - Questo è lo spirito.

Quando chiudono i negozi?

- Alle 20. - Alle 20,30.

Forse faccio in tempo. Scendo con te. Tu?

No, io mi fumo l'ultima.

- A domani, dottore. - Carlo...

Lo prendiamo.

Lo so, Saverio... Lo so.

- [bussano alla porta ] - Sì?

- Sto andando. - Okay, ci vediamo domani.

- Tu ti fermi ancora? - Sì.

Entra e chiudi la porta.

Qualcosa non va?

- Mi sento una merda. - Lo capisco.

No, cazzo, non lo capisci!

Quando siamo entrati in quella casa e Brusca non c'era...

io mi sono sentito sollevato.

Sollevato, capisci?

Oggi poteva essere l'ultimo giorno, invece ancora non è finita.

E' una cosa talmente... egoista.

Se penso a Falcone, al bambino...

Non sei obbligato a lasciare.

Le necessità cambiano e gli uomini intelligenti rivedono le priorità.

- Non ho bisogno di sentire questo! - Che vuoi che ti dica?

Che qui non mi servi? Che hai fatto il tuo tempo? Non te lo dirò mai.

Tu non sai quello che hanno passato Teresa e Aurora.

Io glielo devo, Andrea. Altrimenti non valgo niente.

Se hai già deciso, che vuoi da me?

Hai ragione, scusami.

Carlo...

Resta sul presente.

Non lasciarti distrarre. Poi un consiglio.

Parlagliene. A Saverio, dico.

Ogni giorno che passa è peggio.

Mi dispiace.

Ho detto a zio Ubaldo che non andiamo più a Taormina.

Aspetta, perché no?

So come sei quando le cose ti vanno storte.

- Fammi organizzare, aspetta domani. - Dài, Saverio, per piacere.

Tre giorni con te che fingi di esserci, non mi va.

Sei troppo orgoglioso per ritirare la promessa, così ci ho pensato io.

Non fare quella faccia.

Il mare di febbraio non è diverso da quello di gennaio.

Ti prometto che ci riproviamo.

Che hai là?

- La piccola dorme? - E' crollata alle sette.

Allora ordina due pizze. Ti faccio vedere.

[spari dal videogioco]

Dài, mi distrai!

Dài che muoio! Stai ferma.

Sì, va bene, okay.

Grazie, ciao.

Dottore, la conosce?

Sì, Salvatore, la conosco.

Ciao, Francesca.

Vieni su.

Ecco le prove che confermano la mia storia.

I carabinieri del ROS potevano prendere Provenzano.

E' il momento di vedere se sei un uomo di parola.

- Apriamo un'indagine. - Non ti ho promesso niente.

Ti ho solo detto che avrei provato ad aiutarti.

Quest'uomo dice la verità e può portarci dritti da Provenzano.

- Magari anche da Pietro Aglieri! - Sono accuse pesanti.

Quando sei arrivato a Palermo venivi sempre a cena da mio padre.

Parlavi delle sedie dei parcheggiatori abusivi

di quelle nei giardini pubblici... Ti incazzavi, ricordi?

Dicevi che le avresti fatte sparire.

Hai preso centinaia di mafiosi, eppure le sedie sono ancora lì.

Che vuoi dire con questo? Che le ha messe Provenzano?

No, ti dico che tu credi di sapere come funziona questa realtà

le logiche che ci sono dietro, ma non la capisci.

Forse non ti fai le domande giuste, non ci pensi mai?

Hai finito?

Allora...

Quello che posso fare... è convocare i vertici del ROS

e pretendere risposte su quello che è successo a Serradifalco.

Te la senti di raccontare a loro la tua storia?

Non aspetto altro.

- [squilli di cellulare] - Scusami.

- Amore. - Ciao, mamma.

- Volevo solo sapere se eri viva. - Sì, ho avuto un contrattempo.

- Arrivo. - Tranquilla, è venuto a prendermi papà.

Va bene. Ci vediamo a casa.

- Cazzo! Scusami, devo andare. - Okay.

- Mi faccio vivo io. - Grazie.

[clacson]

[voci indistinte]

["Celebration" di Sara Carlson dalla TV]

[citofono]

[spegne la TV]

Ti trovo in buona compagnia.

Loro? Almeno stanno zitti.

Rosaria rompe perché dice che la moglie di Baldinucci

con i tacchi e i vestiti firmati le manca di rispetto.

Devi tirarmi fuori da qui.

Non preoccuparti, ci penso io. Tu, però, stai tranquillo.

Almeno finché non capisco che è successo. Tieni.

Uno e due.

- I camion? - Sono nel capannone di un mio amico.

Per qualche giorno i carichi in arrivo li gestiamo.

Abbiamo fatto tanto per avere il traffico.

Se la roba non arriva, che figura faccio?

Vito...

Mi devi trovare chi ha parlato.

La deve pagare per quello che sto passando.

Pagherà, pagherà.

Dimmi una cosa, Giambascio tutto a posto?

E' meglio stare lontani.

Chi c'è con il cagnuleddu? Enzino?

Giovanni, lo so che lui è tuo fratello...

ma se ti sta mancando di rispetto

e posso fare qualcosa...

Vito... non scassarmi la minchia pure tu.

Brava, bravissima.

Uno, due. Uno, due.

- Brava, tutto tuo padre. - [Carlotta piange]

No, dài, Saverio, non la forzare.

Non la forzo, la alleno. Perché no, scusa?

Poi si stanca e devo sorbirmi le lagne. Dài, dammela.

Piccina mia! Non dovevi uscire?

- Sì. - Brutto e cattivo, papà! Monello!

Guarda che ti sento.

Dare tempo al tempo.

Dare modo alle cose di accadere.

A ciò che hai seminato di dare frutti.

Frutti succosi, come quelli che stavano maturando a Ragusa.

Nei registri dell'azienda c'era un ordine compatibile

con i materiali trovati nel tunnel sotto casa di Brusca.

Era datato 27 gennaio 1994.

Il cliente aveva ritirato i materiali di persona.

Niente corrieri, niente bolle di spedizione.

Aveva fatto di tutto per far perdere le sue tracce.

Dare tempo al tempo e credere all'impossibile.

Che un fantasma abbia lasciato una traccia in un piccolo albergo

e che quella traccia, dopo due anni, sia ancora lì ad aspettarti.

Piacere di conoscerti, brutto stronzo.

Le generalità saranno false, ma la faccia è quella.

C'è dell'altro.

L'azienda ha fatto da tramite per un altro acquisto.

Un pistone idraulico arrivato dal Nord Italia.

Un affare per far salire e scendere una pedana, forse sottoterra.

Sapete che i mafiosi sottoterra costruiscono bunker, arsenali...

Oppure prigioni.

- Sai che vuol dire? - Sì.

Se prendiamo questo pezzo di merda, ci porta dritti dal bambino!

Calma e ragioniamo.

Dove troviamo uno che conosce questa faccia?

Prendi la valigia, Tony. Mamma, dalla a Tony.

Prendi anche questa.

- [sirene] - Chi sono questi?

Questa storia non vuole finire.

Tony, vai via senza salutare?

No.

- Non lo conosco, mi dispiace. - Tony, guardalo bene.

Potrebbe essere coinvolto nel rapimento di Giuseppe Di Matteo.

Pensiamo sia un costruttore o un muratore.

Un muratore?

Sì, c'era un muratore. Un tipo antipatico.

- Potrebbe essere questo. - Dicci tutto quello che sai.

L'ho incontrato una volta che portai Don Luchino da Brusca a Lascari.

Lo chiamavano 'U Tedesco.

- E poi? - L'ho solo visto.

Tony, guardami. Ci serve qualcosa.

Un nome, un indirizzo, un modello di macchina, qualsiasi cosa.

Capisci quanto è importante?

Dottore, io vorrei aiutarla, veramente, ma non...

Mi dispiace, più di questo...

Mi dispiace, dottore.

Non è andata così male. Una faccia e un soprannome, non è poco.

Lo prendiamo, vero?

Certo che lo prendiamo, Save'.

Al solito? Io aggiorno Elia e tu senti Navarra?

- Al solito. - Dài.

Andiamo in Procura, dottore?

No, Leonardo. Andiamo a casa, amunì.

[suoni dal videogioco]

Giada!

- Che c'è? Che è successo? - Carlotta.

- Che cosa? - Ha camminato!

- Giuro su Dio! - E' piccola.

- Te lo giuro! - Mica l'hai forzata?

Se scopro di sì, ti prendo a legnate.

Ma che forzata! Brava, brava.

Dare tempo al tempo, lasciarsi sorprendere.

Stringerti a chi ami.

Chiamo zio Ubaldo. Andiamo a Taormina.

Perché avvenga un altro miracolo.

Tony Calvaruso, l'autista di Don Luchino.

Era in cella con due picciotti.

Erano a Milano per un interrogatorio e al loro ritorno lui non c'era più.

I tempi sono quelli.

Giovanni...

Di noi, dei nostri traffici, che cosa sapeva questo infame?

Non sapeva una minchia.

Allora dammi otto ore e siamo a pieno regime.

Non ti lascio divertire da solo.

Sono di nuovo libero, no? Vengo anche io.

Andiamo.

Andiamo! E' finita la pacchia, al lavoro!

Il primo carico deve partire entro ora di pranzo!

Bravo, Totò, frusta i tuoi schiavi.

- Poi vieni a farti una bevuta. - Va bene, Giovanni. Vito.

Signori, buongiorno.

- Giovanni! - Abbracciamoci.

Pure tu, Baldinucci, anche se vedo tutti i giorni la tua pelata.

- Tedesco. - Giovanni.

Tranquilli, non sono diventato finocchio.

Anche se dopo un po' con mia moglie, ce lo fai un pensiero.

Una rottura di coglioni che non avete idea.

La tua casa è un gioiello.

Sembra un'astronave, ha anche la tavoletta del cesso riscaldata.

Sì! Il gabinetto elettronico!

Ma come ti viene?

Però devi farmi un piacere.

Di' alla tua signora di non camminare con i tacchi

perché a mia moglie dà fastidio essere guardata dall'alto in basso.

- Hai capito? - Non c'è problema.

Dài, brindiamo!

- Salute! - Salute, Giovanni!

Non pensavo che l'avrei detto, viste le facce di minchia che avete

ma sono contento di vedervi.

Anche noi.

Peccato che Enzo non c'è.

Tranquillo, hai ragione.

Enzo, Enzuccio...

Tedesco...

Sai che c'è?

Vai a tirare il collo al cagnuleddu

così a mio fratello passa la voglia di starsene lassù da solo.

Dici davvero?

Ammazza il bambino.

- Se il mio cellulare non prende... - Chiamo la signora.

- Me l'ha detto quattro volte. - Non basta mai.

- Si goda la vacanza, penso io al Tedesco. - Va bene.

Una curiosità: perché porta anche lui nel suo nido d'amore?

Non mi rilasso sapendo che Mazza è qui a sbattersi.

Poi sua figlia tiene mia figlia. E' un affare.

Onesto.

Che c'è? Sei invidioso?

Per carità, ci mancherebbe.

Quando mi ricapita di lavorare senza voi due tra i piedi?

Fai poco lo spiritoso.

Dottori, fate buon viaggio. Signore, arrivederci.

Arrivederci.

Pronti?

- Prontissimi. - Andiamo.

["Stay with you" di DJ Mauro Vay dall'autoradio]

[squilli di cellulare]

- Marra! - Indovina chi mi ha telefonato.

- Chi? - Cusimano. Stasera c'è la serata al Royal.

Champagne buono e mi hanno detto di portare anche te.

- Merda! - Che c'è? Non sei contento?

- Si fa proprio stasera? - Sì, ma se ci sono problemi...

- No, nessun problema. - Sicuro?

- Se dico che ci sei, devi esserci. - Ti ho detto "nessun problema".

Non ho capito. Gli alieni vogliono salvare il mondo?

Sì.

Allora perché non vanno da Bill Clinton o dal Papa?

Devono preparare l'umanità e hanno bisogno di messaggeri.

Cristiani normali, come me e te.

Che cos'è questa storia?

- Il cagnuleddu, si fa stasera. - Perché?

Perché sì. Ordini di tuo fratello.

Lo tiene vivo per due anni e poi lo ammazza senza un motivo?

Si fa e basta.

Col cazzo! Vai e chiedi a mio fratello se è sicuro.

Io non sono il vostro postino.

Chiediglielo tu.

Invece adesso ci vai tu, di persona.

Lo guardi negli occhi mentre gli chiedi se è sicuro.

Non tirare la corda.

Invece la tiro quanto mi pare. Sai perché?

Io sono Enzo Brusca e tu non sei nessuno.

Vai, vai.

[clacson]

- Grazie mille. - Grazie.

Eh?

- Bello. - Guarda, guarda.

Ecco qua!

E' uno scherzo? Non è questa.

Me la ricordavo messa meglio.

Ma scherzate? E' rustico, tradizionale, il massimo dello chic.

- Il massimo dello choc. - Sì, andiamo.

[Giada grida]

Iniziamo bene...

Aprite le finestre.

Save', io capisco l'orgoglio virile e tutte queste cose

- ma se non ci riesci... - Quale orgoglio virile!

Io a 12 anni arrostivo lepri nei boschi.

E' arrivato Mowgli, il re della giungla.

Sì, sì. Tu che facevi a 12 anni?

Ce lo vedo, il piccolo Carlo Mazza col pigiamino stirato

e con la riga perfetta di lato.

Io mi tuffavo in mare di notte e pescavo i polpi.

- I polpi? - E' vero.

L'ha detto solo per rimorchiarti.

L'avrà fatto una volta e gli sarà venuta la febbre a 40.

Ti conosco, non hai segreti.

- Save'... - Sì?

Scommetti? Tu fai partire il fuoco e io ti porto un polpo da arrostire.

Solo per vederti con il culo a mollo a gennaio.

- Affare fatto. - Affare fatto.

- Hai fatto presto. - Tuo fratello dice che va fatto.

Hai un bruciatore per scaldare l'acido? Così facciamo subito.

A posto.

Vincenzo, te la senti?

Andiamo.

[voci non udibili]

[rumore di onde]

[musica rock]

- Carlo! - Vai, Saverio!

[gridano]

Fa freddo!

- Basta! Basta! - Guarda, non mi fa freddo!

Carlo, la sfida.

- Che sfida? - La sfida!

- Dove vai? - Dove vai?

[insieme] Saverio!

♪ E la luna bussò dove c'era il silenzio ♪

♪ Ma una voce sguaiata disse: "Non è più tempo." ♪

♪ Quindi spalancò le finestre Del vento e se ne andò ♪

♪ A cercare un po' più in là Qualche cosa da fare ♪

♪ Dopo avere pianto un po' Per un altro no, per un altro no ♪

♪ Che le disse il mare ♪

♪ Che le disse il mare. ♪

♪ E la luna bussò Su due occhiali da sole. ♪

♪ Quello sguardo Non si accorse di lei. ♪

♪ Ed allora provò Ad un party in piscina. ♪

♪ Senza invito Non entra nemmeno la luna. ♪

♪ Quindi rotolò su champagne E caviale e se ne andò ♪

♪ A cercare un po' più in là Qualche cosa da fare ♪

♪ Dopo avere pianto un po' Per un altro no ♪

♪ Per un altro no di un cameriere. ♪

♪ E allora giù quasi per caso ♪

♪ Più vicino ai marciapiedi ♪

♪ Dove è vero quel che vedi. ♪

♪ E allora giù senza bussare ♪

♪ Tra le ciglia di un bambino ♪

♪ Per potersi addormentare. ♪

♪ E allora giù ♪

♪ Fra stracci e amore ♪

♪ Dove è un lusso la fortuna ♪

♪ C'è bisogno della luna. ♪

♪ E allora... giù! ♪

♪ E allora giù quasi per caso ♪

♪Più vicino ai marciapiedi... ♪

[canzone ovattata]

♪ There is a need for the moon! ♪

"Xavier!" "Come on, Xavier!"